Il vino naturale a Castello di Stefanago con i vignaioli dell’Oltrepò Pavese e gli amici da tutta Italia
L’Oltrepò Pavese, spesso sottovalutato nel panorama vitivinicolo italiano, in realtà è una zona ricca di biodiversità e storia. È la culla dello spumante Metodo Classico italiano, con la prima produzione nel 1865 e anche del Pinot Nero.
Natural Wines Oltrepo nasce con l’obiettivo di valorizzare questo territorio e i suoi protagonisti, allargando la visione di vino naturale a una rete di cantine “amiche” provenienti da tutta Italia.
Ideato da Jacopo Baruffaldi, l’evento si svolge due volte l’anno, in primavera e in inverno, negli splendidi spazi del Castello di Stefanago. Una cantina di cui abbiamo parlato più volte qui sul blog.
Il format di NWO: degustazioni, natura e convivialità
L’edizione primaverile di Natural Wines Oltrepo 2025 si è tenuta il 25 e 26 maggio.
Due giorni dedicati all’assaggio di vini naturali, artigianali e biodinamici, accompagnati da proposte gastronomiche locali nella zona esterna all’enoteca.
Dopo il controllo dei biglietti all’ingresso, una breve passeggiata per arrivare alla sala con i banchi d’assaggio immersa nel verde.
I biglietti erano disponibili in prevendita online a € 15,00 al giorno e a € 25,00 per entrambi i giorni. In cassa, giornaliero a € 20,00. Calici con cauzione di € 5,00.
Presenti all’evento i vignaioli dell’Oltrepò Pavese:
Barbara Avellino, Brandolini Pietro, Castello di Stefanago, Colle del Bricco, Fattoria Mondo Antico, Grazioli Wines, Perego & Perego, Piccolo Bacco dei Quaroni, Rocchetta di Mondondone, Stefano Milanesi, Tenuta Belvedere, Tenuta Fornace, Torrazzetta, Vercesi di Castellazzo e VNA.
E i vignaioli amici dalle altre regioni d’Italia:
- Liguria: Terra della Luna
- Lombardia: Le Driadi, Le Terrazze del Canto
- Piemonte: Cascina Elena, Nebraie, Rocco di Carpeneto, Valli Unite, Vinicea
- Veneto: Scelta di Vite
- Toscana: Casa Giachi, Castel del Piano, Gli Archi, Matrignano, Podere Trinci
- Emilia Romagna: La Bandina, Marinferno, Podere Cipolla
- Marche: Il Gelso Moro, Tenuta Ca’ Sciampagne
- Puglia: Masseria La Cattiva
- Sicilia: Barracco Francesca
- Sardegna: Cantina Dessolis
Ognuno con la propria storia, la propria interpretazione del vino naturale, tutti accomunati da un approccio etico e consapevole.
Nota: assente Tenuta San Marcello delle Marche, un peccato dato che ero curiosa di incontrarli dopo un soggiorno mancato l’estate scorsa per un incastro di date non riuscito.
Le cantine dell’Oltrepò a NWO
Come sempre per le degustazioni ho seguito la mia bozza pre evento e poi mi sono lasciata trasportare. Vediamo insieme alcuni incontri e assaggi della giornata.
L’Azienda Agricola Grazioli durante l’evento si è distinta per l’entusiasmo di Angelo, che va oltre il banco d’assaggio per proporre i suoi vini. Una cantina che non conoscevo, con una proposta autentica, radicata nel territorio, attiva dagli anni ’50.
Tra le mie prime idee di degustazione con il metodo Classico Amano, che però non era tra i vini in assaggio, nel pomeriggio abbiamo seguito Angelo nel suo percorso:
- Oraterra, unico bianco macerato della gamma con oltre 60 giorni sulle bucce
- Mio Croatina e Barbera da singola vigna
- Nildo si aggiunge Uva Rara al precedente blend
- Pinot, Pinot Nero in purezza, affinato un anno in barrique con un’etichetta omaggio a Freddie Mercury
- Amano, il “vino dell’amicizia” che cambia ogni anno. L’attuale annata, 2017, una Croatina ispirata alla Borgogna, con Barbera e un tocco (5%) di Vespolina o Ughetta di Canneto.
Una cantina da segnare e da visitare, per la qualità dei vini, la passione che traspare e la disponibilità.
Piacevolissimo anche l’incontro con Tenuta Fornace, cantina storica avviata nel 1823, oggi alla sesta generazione e nel circuito Triple A dal 2022.
Oltre 80 ettari tra Oltrepò e Piemonte, gestiti seguendo i principi del biologico e del biodinamico.
Ogni vitigno è coltivato nel luogo più vocato, per farlo esprimere al meglio.
Alla guida della cantina Andrea, con la sua famiglia, che trasmette grande voglia di sperimentare.
Lo dimostra una gamma di vini ampia e sfaccettata, che ne include di fuori dagli schemi come il Timoroso, Timorasso lasciato macerare per 8 anni fino alla completa disintegrazione delle bucce. Per farlo passare da poco espressivo e troppo acido, causa annata piovosa, a quello che è adesso, un vino che stupisce.
O il FRHSK, da vigne Barbera di 90 anni, in collaborazione con il progetto “Vigne Antiche” di Triple A.
Una cantina da esplorare con calma, anche online. Le schede dei vini sono ricche di informazioni quanto le descrizioni sono originali.
Stefano Milanesi e la sua Enolocanda in Oltrepò
Realtà più artigianale e intima quella di Stefano Milanesi, “eno artigiano”.
Mi hanno colpita sia i vini base, Poltre Bianco e Poltre Rosso, sia lo Smila, Metodo Classico da Pinot Nero con Cortese e Riesling Italico.
All’evento ho degustato anche alcune riserve, come il Pinot Nero 2013 e la Barbera 2015, che non mi aspettavo così d’impatto.
I suoi vini si possono assaggiare anche alla sua “700 Enolocanda”, ristorante con vista panoramica e 5 camere, dove abbiamo alloggiato, scegliendola tra le strutture proposte dall’evento.
Ci siamo trovati bene, però la consiglio soprattutto per un’esperienza di vino e cucina. Il ristorante ci è piaciuto molto, piatti ben eseguiti, ben impiattati, novità nel menù da una sera all’altra, servizio attento e gentile.
Ultima tappa in Oltrepò: VNA, di cui parleremo nel prossimo articolo, visto che siamo stati in cantina.
A chiudere le degustazioni comunque è stato proprio il N°8 VNA, passito non passito, da Croatina.
Ancora Lombardia e poi il resto d’Italia
Ci spostiamo in provincia di Bergamo con Le Driadi e una selezione di rossi, che ho fatto provare anche al mio compagno, assente a Vinifera.
Poco distante, a Mapello, bella scoperta Le Terrazze del Canto, giovane azienda agricola nata nel 2020, che unisce vini in anfora e fiori stagionali con il progetto Tuliprendi.
Paolo Rusconi segue la parte vinicola, sua moglie Mara Zambelli quella dei fiori.
Bio dal 2024, sperimenta l’agricoltura rigenerativa per valorizzare l’ecosistema e punta a ridurre il quantitativo di rame e zolfo quasi a zero.
I vigneti, dai 30 ai 70 anni, danno uve di Incrocio Terzi, Franconia, Marzemino, Rebo, Merlot, Cabernet Sauvignon e Moscato Giallo. Le etichette piccole opere d’arte realizzate dal papà di Paolo.
A Natural Wines Oltrepo ho assaggiato solo rossi, interessanti e promettenti.
Un progetto da seguire, anche per le iniziative nel campo di Tuliprendi, consultabili su Instagram.
Dal cuore della Lombardia passiamo al Piemonte con Cascina Elena, cantina nata sempre nel 2020, con 4,5 ettari di vigneti terrazzati in Alta Langa.
La mia curiosità era nata dopo aver scoperto la Favorita macerata Makedè durante un recente aperitivo. Così a NWO ho voluto assaggiare anche:
- Alta Langa 2021 Pas Dosé (prima annata!)
- Freisa 2021
- Romeo e Dintralcio 2023, entrambi bianchi da uve Moscato. Romeo fermento in acciaio, Dintralcio in anfora con 90 giorni di macerazione.
Tutti i vini mi sono sembrati ben fatti e Filippo molto disponibile nel racconto.
Una cantina da tenere d’occhio, che ha un bel futuro davanti.
Un giro in Emilia Romagna e in Toscana
Lambrusco, Spergola e Malbo Gentile per Podere Cipolla, cantina di Denny Bini. Anche lui pronto a raccontare e a far provare i suoi vini.
Bella scoperta l’Arma Dei, Metodo Classico da Spergola e in generale una proposta identitaria, che merita di essere valorizzata anche online.
Dall’Emilia alla Toscana di NWO che mi ha colpita di più, quella di Castel del Piano.
Cantina con agriturismo in Lunigiana, che vinifica anche vitigni autoctoni e insoliti come Vermentino Nero e Pollera Nera, vinificata però solo in bianco.
Proprio quest’ultima, nel Durlindana 2023 è stata l’etichetta che mi ha lasciato l’impronta più viva. Un mix tra fiori e agrumi al naso, con una nota quasi salina in bocca.
Nel Pian Piano troviamo invece Durella Gentile con Pinot Grigio e Chardonnay. Per i rossi, l’Uva Merla (più conosciuta come Canaiolo), Pinot Nero e Merlot si uniscono al Vermentino Nero.
Una proposta affascinante, perché no, da ritrovare nel loro agriturismo in Lunigiana.
Qualche altra degustazione di cantine già incontrate
Anche stavolta ho approfittato per riprendere alcuni assaggi rimasti in sospeso, come i rossi di Terra della Luna, che avevo saltato a Fornovo.
Ho recuperato con:
- Caligrè da Grenache
- Vignali blend di Grenache e Shiraz
- Sci Gré, intenso e persistente, belnd di Shiraz 2017 e Grenache sovramaturato in vigna, 2018.
Se siete in Liguria nelle prossime settimane, il venerdì sera dalle 20:30 in cantina si tengono le Degustazioni della Luna: un’occasione per scoprire i vini della cantina di Alessandro abbinati a sapori del territorio.
Poche le altre cantine che conoscevo già, di cui ho degustato qualche nuovo vino. Nessun assaggio invece da Tenuta Ca’ Sciampagne, solo saluti. Ormai i prossimi vini voglio degustarli in cantina.
Da Masseria La Cattiva, cantina pugliese, ho provato:
- Trebbianico, nato una collaborazione con la cantina abruzzese Indigeno. Uve rosse pugliesi e bianche abruzzesi, grappolo intero, macerazione carbonica e fermentazione spontanea in acciaio
- Running, abbreviazione per un nome ben più lungo, che rende l’idea del “correre” naturale. Anche qui grappolo intero (con qualche foglia), fermentazione carbonica, però sole uve rosse.
Nessuno dei due mi ha colpita come il primo assaggio a Vini Selvaggi qualche anno fa. Peccato che Smoking Red, non fosse in degustazione. In quell’occasione era stato lo Smoking Blu a conquistarmi.
Più completa stavolta la proposta della Cantina Dessolis dalla Sardegna e i suoi Dòvaru:
- Bianco da Vermentino
- Rosso da Cannonau, doppia annata 2023 e 2022, che avevo già sentito a Riccione al Wine & Spirits
- Junior 2024 effettivamente giovanissimo
- Cent 2023, il suo opposto, l’elegante proposta di vino da meditazione di Stefano Dessolis.
Qualche considerazione
Un bell’evento per il vino naturale, di dimensioni contenute, che permette di suddividere le degustazioni per tappe e tipologie, senza dover macinare chilometri.
Ai winelover curiosi, attenti a sostenibilità e qualità, consiglio di segnare questa manifestazione per le prossime edizioni, soprattutto se siete abbastanza vicini.
Se vi spostate come abbiamo fatto noi, è un’occasione per approfondire il territorio dell’Oltrepò Pavese.
Certo, con le cantine impegnate all’evento, organizzare le visite non è semplice. Per le prossime edizioni penserei a momenti dedicati proprio a questo, magari al mattino.
Essere a Castello di Stefanago e non poter visitare la cantina è stato un gran peccato.
Così come vedere l’ingresso della cantina di Stefano Milanesi dalla camera, senza poterla esplorare, per quanto piccola sia la sua realtà.
L’organizzazione mi è sembrata efficiente e ben rodata, anche nei dettagli spesso trascurati: il ghiaccio, l’acqua ai banchi d’assaggio, le sputacchiere artigianali ricavate da bottiglie magnum con colino.
Migliorabile invece l’approccio di alcuni vignaioli. È emerso ancora una volta, quanto ci sia bisogno di una comunicazione che rispecchi l’anima di questi progetti.
Capita spesso nel mondo del vino naturale, che manchi quella proattività che oggi fa la differenza.
Comunicare, trasmettere l’identità, il valore e la coerenza del calice, per farsi trovare, scegliere e ricordare.
Che non è più un “plus”, è necessario.
NWO 2025 in conclusione
Sono felice di aver partecipato a Natural Wines Oltrepo 2025 e aver spuntato così un altro nuovo evento del vino (per me). Ho scoperto nuove cantine in una zona vinicola che conoscevo poco, qualcuna va approfondita e altre rimangono nella mia lista per il futuro.
Torneremo a parlare di vini dell’Oltrepò Pavese la prossima settimana, con il racconto della mia esperienza in cantina da VNA.
Se anche voi siete stati a NWO 2025 raccontatemi com’è andata.
Per continuare insieme il viaggio nel mondo del vino, leggete anche:
- BOLOGNA WINE WEEK 2025
- VINIFERA 2025
- SLOW WINE FAIR 2025
- VINI DI VIGNAIOLI 2024 – FORNOVO DI TARO
- EVENTI DEL VINO 2025
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Lara – In vino venustas