Conclusa l’undicesima edizione del Mercato dei vini dei vignaioli FIVI a Piacenza, ecco alcuni incontri con vignaiole e vignaioli, che ho scoperto e ritrovato
Ormai tre settimane fa si sono chiuse le porte del Palaexpo di Piacenza, che ha ospitato il Mercato dei Vini dei Vignaioli indipendenti FIVI per l’undicesima volta. Edizione 2022 record per le oltre 870 cantine espositrici e per i 24.000 ingressi in tre giorni. Sabato e domenica sono stati i due giorni in cui anch’io ho partecipato e oggi voglio raccontarvi com’è andata.
AGGIORNAMENTO : la prossima edizione, dal 25 al 27 novembre 2023, non si terrà più al Palaexpo di Piacenza, ma negli spazi di Bologna Fiere a Bologna.
Qui l’articolo pre Mercato dei Vini 2023
Come abbiamo già detto nell’ articolo pre evento, il Mercato FIVI di Piacenza ha due particolarità. L’ essere a tutti gli effetti un mercato in cui si vende/acquista e la presenza dei vignaioli con cui potersi confrontare. Questa è la sua essenza, così come l’atmosfera informale e i banchi d’ assaggio tutti uguali, senza distinzioni. Perciò, anche se i carrelli non facilitano certo i movimenti né le attese, questo evento è così e se è migliorabile per alcuni aspetti, questo credo rimarrà nel tempo, perché lo contraddistingue.
Torneremo a fine articolo su questo con qualche considerazione generale, adesso però voglio concentrarmi sulle vignaiole e i vignaioli che ho incontrato.
Inizio da chi non conoscevo e ho incontrato per curiosità
Prima tappa del mio Mercato FIVI 2022 da Irene Cencig alla scoperta dei suoi vini biologici. Piccola azienda vitivinicola a Cividale del Friuli con agriturismo, camere in formula B&B da marzo a novembre e zona per camperisti con la piattaforma Agricamper Italia. Friulano, Sauvignon, Ribolla Gialla, Cabernet Franc e Merlot i vitigni vinificati.
Novità presentata in fiera il Fermi Tutti. Un vino che ha dovuto superare parecchi intoppi burocratici, infatti in etichetta si legge “Il vino che non dovrebbe esserci”, ma è riuscito ad aggiungersi agli altri vini della realtà di Irene. Etichetta minimal, dal forte contrasto, che non continua la linea delle illustrazioni con i bimbi, ispirate ai due gemelli di Irene. Vini onesti raccontati con gentilezza e disponibilità da Irene. Quando sarò in zona, passerò volentieri da lei.
Un’altra nuova vignaiola per me Ilaria Salvetti. Tappa perfetta per un escursus nel mondo dell’Erbaluce di Caluso. Una bella panoramica su tutta la produzione della cantina, proposta con tanta disponibilità.
Altro bell’incontro quello con Cesconi, Azienda Agricola trentina, di Pressano. I miei assaggi durante una piacevole chiacchierata Nosiola, Pinot Grigio e Olivar, il blend bianco che prende il nome dal vigneto omonimo con un olivo secolare. Vini pieni e rotondi da approfondire con più calma a casa, visto che la produzione Cesconi è ben più ampia. Quando possibile anche in cantina. Un giro in zona infatti è previsto da quando lo scorso marzo a Vinifera ho conosciuto Silvano Clementi di Villa Persani. Perciò quando riuscirò a organizzarmi, ne approfitterò per passare anche da loro.
Meno coinvolgenti le degustazioni di Blanc de Morgex et de la Salle e Metodo Classico Stella Dei ghiacciai da Piero Brunet, dei Metodo Classico Brut e Nature da Gatti, Nature e Riserva da Balter. Interessanti i vini, ma non si è creata l’atmosfera per andare oltre a un veloce assaggio. Lo stesso da Claudio Cipresso, unico vignaiolo del Molise, che avevo segnalato nell’articolo di presentazione del Mercato FIVI 2022.
Una nuova scoperta per me Tomassetti, piccola cantina biologica di Senigallia proprio vicino al mare, anche se i vigneti sono dislocati tra diversi comuni. Trebbiano, Verdicchio e Sangiovese, caratterizzati da fermentazioni spontanee e permanenza sulle fecce fini. Una realtà legata al vino e all’olio, per niente social, da scoprire in eventi come questo. Vini genuini, sinceri, da tutti giorni, ideali per gli abbinamenti ai piatti di pesce della riviera. Anche i rossi in alcuni casi.
Dopo la due giorni a Bari per Vini Selvaggi, Luca Attanasio era il nome che mi era rimasto più impresso, avendolo letto più volte sulle liste vini delle enoteche in cui sono stata. Non potevo non passare alla sua postazione per degustare i suoi vini. Anche in questo caso un percorso tra le sfumature del Primitivo fino alla vendemmia tardiva. Ovviamente assaggi in tempi diversi della giornata per rispettare una logica nel giro. Ed è proprio il tornare dopo qualche ora la prova che si è rimasti colpiti. Una cantina da approfondire.
I vignaioli FIVI che mi avete consigliato voi
Veniamo adesso ai vignaioli che mi avete consigliato voi.
Inizio da Banino, che per me è stata la migliore scoperta di questa edizione del Mercato FIVI a Piacenza. Una delle cantine che mi ha consigliato Maurizio in Direct su Instagram quando, condivise alcune degustazioni del primo giorno, ho chiesto suggerimenti per il secondo. L’intenzione era provare alcune cantine nuove per me, consigliate da voi.
Sono passata quindi al banco di assaggio e ho incontrato Antonio Panigada, vignaiolo titolare dell’Azienda Agricola lombarda Banino, che si trova a San Colombano al Lambro.
Il nome, marchio aziendale, nasce dal modo in cui vengono chiamati gli abitanti di San Colombano, “banini” appunto. Terreni collinari con tessuti a distanza di pochi metri, dalle diverse composizioni, con argilla, calcare, zone sabbiose e limose, creano microzone e climi diversi per uve di qualità.
Tutte uve di proprietà, rappresentative del territorio, come Bonarda, Croatina, Uva Rara e Malvasia Aromatica di Candia. Unite a qualche internazionale come Merlot e Cabernet ad esempio nel vino di punta della cantina, il Vigna La Merla. Da provare! A fine giornata sono tornata per assaggiare il Collina del Milanese IGT Passito Aureum premiato più volte negli ultimi anni. Ho completato così la degustazione dei vini Banino, trovando un’altra delle poche realtà che mi convince su tutta la linea.
Altro consiglio La Ca’ una realtà giovane di Bardolino. Una strana coincidenza di consigli mi ha portata da loro. Tra i vini che ho provato mi ha colpita in particolare il Pinot Bianco. Non certo la mia prima scelta di solito, anzi, ma questo l’ho trovato notevole. Purtroppo ho dovuto limitare gli assaggi, dopo i tanti già fatti. Una realtà da approfondire, magari durante un bel giro in zona in primavera o in estate.
Il bello degli eventi come il Mercato FIVI Piacenza è la condivisione e i consigli che ci si scambia ai banchi d’assaggio o quando ci si incontra per caso tra una corsia e l’altra. Alcune sono state le cantine che ho provato così, ad esempio Podere il Saliceto e i suoi Lambruschi su consiglio di Lorenzo Cesconi, incontrato vicino al banco d’ assaggio. I vini sardi Vikevike da vigne di Cannonau di Mamoiada, con anche una piccola percentuale di vini bianchi dall’autoctono Granazza, consiglio di un compagno di degustazione da La Pazzaglia, rincontrato da Manincor.
O i vini Bosco Pierangelo, che ho avuto il piacere di degustare con la giovane enologa Gaia. Un’azienda di famiglia nella borgata di Boiolo, sotto La Morra nelle Langhe, MGA circondata dai cru più importanti di Barolo. Produzione di Barbera, Nebbiolo e Barolo, tipica della zona. Prima partecipazione al Mercato FIVI di Piacenza, cantina non presente nella mia selezione, ma casualmente ho incontrato il fratello di Gaia, Niccolò da Marika Socci. Ci ha lasciato il suo biglietto da visita e quando nel pomeriggio ho visto il banco mi sono fermata volentieri.
Felice di averlo fatto, perché ho apprezzato i vini, la disponibilità e la cordialità con cui mi sono stati proposti. E poi mi fa sempre piacere trovare donne appassionate in prima fila.
Restando in tema, un’altra donna è stata il tramite per un’altra bella scoperta. Passata mentre ero da Banino per un saluto ad Antonio Panigada, proprio lui me l’ha presentata come la compagna di un vignaiolo interessante e mi ha invitata a fargli visita. Non ho potuto non seguire il suo consiglio e ne ho approfittato per degustare qualche suo vino.
Tenuta Borri di Travo, la cantina di Andrea Pradelli, che giocava praticamente in casa, essendo in provincia di Piacenza. Barbera, Croatina, Ortrugo e Malvasia di Candia con fermentazioni spontanee e anche nel caso dei macerati, valorizzando sempre il vitigno, per mantenerne la tipicità. Ma anche uva Ervi, creata negli anni 70 dall’ibridazione di Croatina e Barbera, in purezza nel Don Dante. Uno di quei vignaioli che all’apparenza sembra chiuso, ma appena capisce l’interesse reale per i suoi vini si apre e si prodiga per spiegarli e farli assaggiare. Altre bottiglie da degustare con più calma appena possibile.
Chi invece finalmente ho incontrato
Incontro che aspettava da FIVI 2019 quello con Marika Socci dell’Azienda Vitivinicola Socci nelle Marche a Monte Deserto. Banco sempre affollato, ma stavolta meno della scorsa, perciò ho atteso con piacere e finalmente ho incontrato Marika, che per poco non ero riuscita a incontrare anche a Only Wine a Città di Castello nel 2021.
Deliziosa, appassionata, entusiasta e piena di voglia di raccontare i vini suoi e del suo papà Pierluigi. Ovviamente anche lui sempre presente e sempre sul pezzo. Una piccola cantina familiare, che punta a valorizzare il Verdicchio con criomacerazione e crioestrazione, ma anche un sistema esclusivo, Vinooxygen per vinificare senza travasi. Il forte legame con la famiglia si trova anche nei nomi dei vini, Marika e Martina, le figlie e Bianca, l’ultimo nato, la nipote, figlia di Marika.
Una panoramica di assaggi mi ha permesso di apprezzare decisamente di più la proposta di questa azienda vitivinicola rispetto al veloce assaggio fatto in passato. Un grazie a Marika per l’accoglienza calorosa, per nulla scontata e un arrivederci in cantina con la bella stagione.
Divisi in due sessioni gli assaggi Roccafiore, cantina umbra di Todi, nella mia wishlist da anni, perché nella realtà Roccafiore c’è anche un Wine Resort con Spa. In attesa di un paio di giorni di relax in zona, mi ha fatto piacere provare i vini. Grechetto per i bianchi, Sangiovese e Sagrantino per i rossi, vitigni tipici della zona. Il Montefalco Sagrantino DOCG, il più austero è anche quello che ho trovato più affascinante. Ho gradito molto però anche il bianco Fiorfiore.
Altra bellissima carrellata di assaggi quella da Thomas Niedermayr, produttore altoatesino specializzato nella produzione di vini da vitigni PIOWI, fitoresistenti. Conosco i suoi vini da tempo, alcuni li amo e l’ho già citato più volte qui sul blog parlando di Merano Wine Festival e della degustazione Slow Wine Guide di Milano durante la MWW 2021.
Il Mercato FIVI di Piacenza è stata l’occasione per degustare anche una parte della sua produzione che non conoscevo, come il 99 S.ALT 2018. Solaris Alt da vecchie vigne. Fantastico! Thomas era occupato in un’altra degustazione e non ho avuto modo di scambiare qualche parola con lui, ma è stata ugualmente molto piacevole e confidenziale.
I miei amati vignaioli che ho ritrovato
Inizio dall’unica vignaiola con Tenuta La Pazzaglia. Scoperta a Only Wine è stato un colpo di fulmine per lei e per i suoi vini della provincia di Viterbo. Sempre una certezza il Poggio Triale, accompagnato da due novità molto interessanti. La prima il Grechetto G109 affinato in anfora, 109 Anfora appunto, che ha iniziato la sua sperimentazione nel 2018 e non avevo ancora avuto modo di provare. E il Rendu, sempre da Grechetto, macerato sulle bucce.
Un’etichetta con le mani delle due sorelle La Pazzaglia e delle figlie, per sancire il legame familiare. Con la speranza che siano loro a portare avanti l’ottimo lavoro fatto finora. Quando parlo con Laura Verdecchia mi arriva sempre forte la genuinità, la voglia di creare dei vini autentici, di qualità, che rispecchino il territorio, senza la volontà di compiacere, ma con quella di migliorarsi. Non vedo l’ora di riuscire a riassaggiarli dove nascono, in cantina!
Due novità anche per VisAmoris altra realtà di cui abbiamo già parlato, come di tutte in questa ultima parte di articolo. Una produzione nota per le sue diverse interpretazioni di Pigato, al Mercato FIVI Piacenza 2022 ha presentato due rossi, da Ormeasco, vitigno autoctono ligure.
Queste novità danno origine a un nuovo progetto della cantina, Famiglia Tozzi, come si legge in etichetta. Mafà il primo vino è un omaggio alla famiglia, alla mamma e alla nonna. Accompagnato dalla seconda novità Ormè. Ho avuto anche lo spoiler di come potrebbe evolversi questo progetto, con un nuovo vino ancora work in progress.
Immancabile qualche assaggio della proposta elegante e di qualità di Manincor, che apprezzo sempre molto. Dall’ Alto Adige al Trentino con Villa Persani e il nuovo Candido dopo la preview a Vinifera. Nuovo Metodo Classico Brut Nature 2019 da Sauvignon Gris. Una scoperta recente per me la proposta di Silvano Clementi, che si è trasformata in certezza in poco tempo.
Più che piacevoli sempre l’energia e la simpatia da Gaiaschi. Matteo gioca in casa con i suoi vini di Ziano Piacentino da Malvasia Aromatica di Candia, Gutturnio e Ortrugo. Lunedì evento eccezionale, che mi sono persa. Presenti al banco d’ assaggio anche padre e zio, di solito uomini di vigna e cantina.
Altre due mie scoperte dell’edizione FIVI 2019, che ho ritrovato con piacere. Marco Capra con i suoi bianchi da Chardonnay e Nascetta, il Metodo Classico da Chardonnay e Pinot Nero e i rossi con Dolcetto e Barbera.
Ultima novità il Nebbiolo Testanvisca, che con macchinine e trattori si fa spazio in etichetta tra gli orsetti e i giochi di Sei Tremenda.
E Adriano Moretti con Bajaj. Un Ro-hero come scritto sulla sua maglietta indossata sabato, che mette tutto nei suoi vini, ma anche nel raccontare il territorio in cui nascono. Il Roero appunto. Un impegno che apprezzo molto e credo funzioni soprattutto per attrarre veri appassionati, che non seguono solo il nome altisonante, il territorio più in voga o le bottiglie costose. Ho apprezzato anche la sua volontà di confrontarsi con i suoi follower a evento finito per capire cosa si potrebbe migliorare della manifestazione.
Restando nella cerchia dei vignaioli immancabili, torna Alessandro di Nove Lune della Bergamo dei PIWI. Anche di lui e del suo progetto ambizioso abbiamo già parlato. Riesce a combinare molto bene il lavoro di vigna e cantina a quello di comunicazione, online e offline e sta facendo davvero un ottimo percorso.
Al Mercato FIVI 2022 ho avuto la possibilità di assaggiare Kal, il vino creato in collaborazione con Ferdy Wild e l’ iniziativa Wild Vigneron. Una vinificazione in anfora di terracotta e un affinamento parte in anfora, parte in un ovetto di cemento e parte in barrique. Un assaggio sempre particolare, ma più morbido rispetto a quello di Rukh ad esempio, che può rendere più immediato un primo approccio con la realtà Nove Lune.
Qualche considerazione generale
Tanti i vignaioli incontrati di nuovo con piacere, altri salutati solo al volo, magari perché visti da poco, come Ca’ Sciampagne, di cui avevo degustato praticamente tutta la linea a Bari un paio di settimane prima. Tanti altri assaggi, anche interessanti, che però non mi hanno dato quel quid in più che cerco per parlarne con entusiasmo. Altri da mettere a fuoco.
Bilancio di questa due giorni al Mercato FIVI di Piacenza 2022 comunque positivo. Quest’anno non ho partecipato alle masterclass, perché visto il numero enorme di vignaioli presenti, ho preferito concentrarmi su di loro. E ho fatto bene. Credo sia positiva questa grande partecipazione, ma per il Palaexpo sono troppi.
AGGIORNAMENTO : la prossima edizione, dal 25 al 27 novembre 2023, non si terrà più al Palaexpo di Piacenza, ma negli spazi di Bologna Fiere a Bologna.
Qui l’articolo pre Mercato dei Vini 2023
Ancora una volta la selezione pre evento divisa per padiglioni e corsie mi ha aiutata moltissimo. Porta via tempo, ma poi lo si recupera in loco. A proposito di tempo invece, ho deciso che le prossime volte non arriverò mai più prima delle 13:00 se l’orario di apertura resterà alle 11:00. Sabato, arrivata dopo pranzo, sono entrata senza alcun problema. Domenica invece, arrivata prima, lunga fila all’ ingresso principale e ancora di più a quello secondario riservato quest’anno a chi aveva già acquistato i biglietti online. Per fortuna il meteo è stato dalla nostra parte, altrimenti non sarebbe stato un bell’ inizio.
Un orario più esteso sarebbe da valutare seriamente e in ogni caso le prossime volte eviterò le prime due ore in cui, anche per la corsa ai carrelli, c’è grande affluenza.
Avrei voluto proporvi più foto generali, anche per mostrarvi la zona ristoro o altre del Palaexpo, in modo da far capire l’atmosfera a chi non c’è mai stato. Ma non mi piace immortalare i presenti e in eventi affollati come questo è impossibile non farlo. Perciò ho evitato.
Alla fine di occasioni come questa mi piace sempre constatare come alcuni incontri si trasformino da un freddo primo assaggio in una piacevole chiacchierata o in un bello scambio. Di vario tipo, a seconda dei casi. E spesso sono proprio quelli che mi restano più impressi. Nulla togliere ovviamente a chi è disponibile fin da subito, ha voglia di raccontare i suoi prodotti, conoscerti e farsi conoscere. Quella è sempre l’ attitudine che premio!
Mi lasciano invece sempre perplessa quelle cantine che online si comportano (e dipingono) in un modo e offline sono tutt’altro. Sicuramente le pagine social sono affidate a un SMM che mette cuori e scrive commenti dal suo divano, che ha ben poco in comune con la realtà che rappresenta.
Il bello degli eventi è anche questo, avere un primo contatto per capire se vale la pena andare oltre o meno. Ovviamente in base a quello che si è, si cerca e si vuole.
Tra i vignaioli FIVI di questa Piacenza 2022 ne ho trovati tanti che ho aggiunto alla lista degli acquisti e delle visite in cantina. Tante sono state delle conferme e pochissime le delusioni. Un bilancio quindi super positivo che mi fa dare l’arrivederci a Piacenza e al Mercato dei vini dei Vignaioli FIVI. Magari non il prossimo anno o magari sì. Chissà.
AGGIORNAMENTO : la prossima edizione, dal 25 al 27 novembre 2023, non si terrà più al Palaexpo di Piacenza, ma negli spazi di Bologna Fiere a Bologna. Vista la novità non mi perderò questa prima edizione tra cambiamento e continuità.
Un grazie a tutte le cantine che mi hanno dedicato il loro tempo, buon lavoro vignaiole/i e Buone Feste!
Se vi fa piacere, vi invito a leggere anche qualche altro racconto di eventi del vino già pubblicato:
Intanto vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui.
A presto
Lara