Torino e i vini piemontesi per tre giorni protagonisti nei Palazzi storici della città e non solo, con degustazioni, masterclass, presentazioni e talk

Sul finire di marzo voglio parlarvi di un evento del vino che l’ha accolto. Il Salone del Vino di Torino. OFF Salone già dal 28 febbraio, dal 4 al 6 marzo è entrato nel vivo proponendo diversi appuntamenti di degustazione e approfondimento in luoghi simbolo della città. Ho partecipato al Salone del Vino di Torino per due giorni e oggi vi racconto l’evento in generale, cosa ho apprezzato e cosa no. 

Salone del Vino Torino 2023

Seconda edizione per questo evento dedicato ai vini piemontesi. Non solo in realtà, perché ai banchi d’assaggio era presente una selezione di cantine definite ospiti e anche alcune masterclass, ad esempio quella dedicata ai Marsala Florio, non erano a tema Piemonte. Il focus però era sulla regione, con la DOC Torino ben in evidenza e in generale l’obiettivo era quello di valorizzare in città i vini del territorio. 

Per questo il target era locale e le attività dell’OFF Salone miravano a dare degli spunti con collaborazioni tra enoteche, piole, ristoranti e cantine. Anche se con una pausa di domenica, che mi ha lasciata perplessa, su cui torneremo a breve. Non solo connessioni tra realtà enogastronomiche però, ma anche collaborazioni con i luoghi dell’arte. Salone del Vino Torino Museo Risorgimento

Se l’OFF Salone infatti si è svolto nei locali della città, le attività dei giorni centrali del Salone del Vino si sono concentrati soprattutto in tre luoghi importanti per la città. Museo del Risorgimento e Cavallerizza Reale per le degustazioni, Palazzo Birago e Palazzo Cisterna per masterclass talk. Proprio in questa scelta si è concretizzata l’intenzione di intrecciare arte e vino con la collaborazione tra cantine, consorzi e musei o luoghi di cultura. Un modo per dare spunti diversi ai tanti turisti che visitano i musei della città e ricavare una nuova visibilità per le realtà vitivinicole. 

Due quindi sono state le location per le degustazioni dei circa 250 produttori presenti. Lunedì accesso con degustazioni illimitate, solo previo accredito. Biglietti per sabato 4 e domenica 5 invece acquistabili direttamente sul sito del Salone del Vino Torino in varie formule a seconda del giorno e della location scelta. Tendenzialmente il costo giornaliero per la doppia location era di € 20,30 con 5 token e di € 25,30 con 15. Per la singola invece di € 15,30 con 4 token e € 25,30 con 15.  

Token cruciali, perché sono stati la moneta da usare per poter degustare i vini. Su questo c’è da aprire una parentesi importante e lo faremo. 

L’OFF Salone e il mio inizio del Salone del Vino Torino

Come ho già detto l’OFF Salone è stato un contenitore di appuntamenti che ha anticipato il Salone del Vino dal 28 febbraio e l’ha accompagnato fino al 6 marzo. Cene, degustazioni, presentazioni hanno coinvolto varie attività di Torino e hanno creato l’occasione per portare il vino fuori dalle solite location. 

Anche experience come la Notte dei Vini di Cantine D’Italia 2023 con GoWine da Eataly Lingotto e la visita a Villa della Regina con arrivo su pullman turistico con degustazione. Villa della Regina dove si trova la Vigna della Regina, un vigneto urbano di Freisa vinificato dal 2008, gemellato con quello di Montmartre. O la presentazione del libro “Alle radici del Barolo” edito Slow Food Editore al Circolo dei lettori. 

A quest’ultima ho partecipato anch’io, iniziando così il mio Salone del Vino 2023. Presenza gratuita, prenotabile tramite link apposito sul sito del Circolo dei lettori.Circolo Lettori Torino OFF Salone . Salone del Vino Presentazione libro Alle Radici del Barolo Circolo dei Lettori Torino

Un libro nato da un lungo lavoro di ricerca tra archivi e documenti per ritrovare le origini del Barolo e ricostruire la storia delle prime cantine produttrici. Le 10 che producevano Barolo già prima del 1861 e che ancora lo producono.

Ricerca fatta in gran parte da Lorenzo Tablino presente all’incontro, raccontata da Armando Castagno e illustrata dal fotografo di cibo Clay Mc Lachlan. Il libro è stato lo spunto per conversare su Barolo, Langhe, cambiamento climatico, ma anche del consumo e della produzione di vino nel tempo con i produttori Maria Cristina Oddero e Vittore Alessandria. A seguire una degustazione dei vini Oddero e Fratelli Alessandria. Un bel modo per iniziare il Salone. Degustazione vini Circolo Lettori Salone del Vino Torino Degustazione vini Fratelli Alessandria e Oddero Circolo Lettori Salone del Vino Torino

Peccato che per domenica 5 non ci fosse alcuna proposta per l’OFF Salone, nemmeno in ristoranti o enoteche. A Torino la domenica la maggior parte degli esercizi sono chiusi e questo non è stato modificato per l’occasione.  

Scontato forse per chi della zona, per chi come è venuto da fuori un gran peccato. 

Il Salone del Vino al Museo del Risorgimento 

Come abbiamo già visto una delle due location principali per le degustazioni è stata il Museo del Risorgimento. Uno dei più importanti di Torino, nonché sede del primo Parlamento del Regno d’Italia, quando Torino fu capitale. Centralissimo, adiacente a Palazzo Carignano, è una location unica.  

Circa sessanta produttori hanno proposto i loro vini ai visitatori. Appassionati e operatori del settore, dai ristoratori agli importatori. Li ha ospitati una grande sala con pareti colorate su cui padroneggiavano grandi quadri. Una cornice meravigliosa dal forte impatto. Mi aspettavo più sale coinvolte, invece solo una principale era adibita alle degustazioni, con un’altra più piccola dedicata alle degustazioni gratuite.  Salone del Vino Torino a Palazzo Risorgimento

Dal sito si poteva vedere il calendario delle degustazioni guidate, sempre diverse nei vari giorni. Non era chiara la modalità di accesso, ma non era richiesta prenotazione, quindi veniva da sé immaginare un accesso libero. Supposizione giusta, visto che bastava accomodarsi in sala poco prima dell’inizio. Cantina Vinchi Vaglio, Azienda Agricola San Biagio e Tenuta Ebner le aziende protagoniste sabato. Azienda Agricola La Capuccina, Azienda Agricola Gozzelino, Cantine Chessa e Terre Astesane la domenica. Hanno chiuso il Consorzio del Monferrato e Canavese, Poderi Luigi Einaudi e Bera il lunedì, giorno esclusivo per gli operatori. 

Qui hanno esposto anche le 20 cantine ospiti tra cui ad esempio l’altoatesina Ebner e la sarda Chessa appena citate. Ma anche Cantina Bulgarini con le sue diverse interessanti espressioni di Lugana o la friulana Monviert con Ribolla, Sauvignon, Schiopettino e Fraconia. Quest’ultimo, un’esplosione di frutta mai assaggiato prima. E ovviamente le tante piemontesi selezionate da Gambero Rosso.Vini cantina Bulgarini Vini cantina Bulgarini

Poderi Luigi Einaudi e i suoi Barolo, altra cantina protagonista delle degustazioni guidate, Alessandro Motta con Moscato d’Asti, Barbera e Nizza “La Sciura”.

Azienda Agricola San Biagio e Cantina Bel Colle per Verduno di Pelaverga, Barolo, Nebbiolo, ma anche Langhe Favorita, Nascetta  e Metodo Classico. E ancora La Masera, Tenuta Bricco San Giorgio e Predimagno.

Queste alcune tra le cantine che ho scelto di provare, che non conoscevo. Il mio obiettivo negli eventi quest’anno è proprio quello di concentrarmi su realtà nuove, per scoprirne altre che possano entrarmi nel cuore.  Vini cantina Poderi Luigi Einaudi

Vini Azienda Agricola San BiagioVini cantina Bel ColleNon è mancato un saluto a Pietro Cassina, come sempre quando ho modo di incontrarlo. Citato tra l’altro durante la degustazione guidata a cui ho partecipato, con la sua Vespolina, che ho degustato anche l’ultima volta a Piacenza. 

Per questo Salone del Vino di Torino la mia intenzione era partecipare a una degustazione al Museo del Risorgimento e una alla Cavallerizza Reale per piacere di farlo e per capirne gestione o differenze.  

Per il Museo del Risorgimento ho scelto quella con l’azienda La Capuccina, realtà dell’Alto Piemonte con agriturismo. Durante il racconto della cantina sono stati serviti i tre calici in degustazione. Rouse Nebbiolo 2021 rosato e due Nebbiolo Colline Novaresi DOC. Il Faren 2018 e l’Opera 32 2016 formato magnum. Il rosato è quello che mi ha convinta meno, mentre ho apprezzato gli altri due, soprattutto l’Opera 32.

Proprio per questo vino ci è stato proposto un confronto di annata al banco d’assaggio con la 2018. Confrontare annate diverse è sempre una bella possibilità, quindi prima di continuare con le mie degustazioni ho accettato con piacere. Peccato che mi sia costato ben 7 token. Più di quelli previsti in una delle due tipologie di biglietto e la metà dell’altra.

Ecco il momento di aprire la parentesi token a cui accennavo prima. Vini degustazione guidata La Capuccina Vini Cantina La Capuccina

I token per le degustazioni

A mio avviso sono stati la nota dolente principale di questo evento. E lo dico avendo avuto doppio accesso alla manifestazione. Da visitatrice con biglietto acquistato la domenica e da operatrice del settore con degustazioni illimitate il lunedì.  

In fase di acquisto dei biglietti la specifica che si leggeva in apertura, con le dovute differenze a seconda dell’opzione scelta era la seguente :  

“Attraverso questi pacchetti degustazione potrai accedere ad una sede del Salone del Vino (Museo del Risorgimento o Cavallerizza Reale), conoscere i produttori presenti, degustare i loro vini, partecipare ai talk e alle degustazioni gratuite. I ticket saranno acquistabili anche in cassa, salvo esaurimento disponibilità. Potrai utilizzare i token per degustare agli stand dei produttori. Ogni token ha il valore di 1,00€ e non è restituibile” 

Ripetuta in modo analogo nel secondo step pre acquisto 

“L’accesso al Salone include token vino, calice e tasca degustazione. Ticket e token saranno acquistabili anche in cassa, salvo esaurimento disponibilità. I token permettono la somministrazione di vino e cibo (al Museo del Risorgimento) all’interno della manifestazione con l’uso del calice e tasca inclusi” 

Nessuna informazione extra relativa ai token, il che, considerando le proposte da 4, 5 o 15 token, faceva pensare che ogni token corrispondesse a una degustazione.   

I token in pratica 

I token erano dei gettoni consegnati in cassa, che i produttori potevano chiedere in numero variabile per la degustazione di un vino. Vi dico solo che al mio primo assaggio mi sono stati chiesti 5 token. Se avessi scelto il biglietto con 4 per una location non mi sarebbero bastati. Quelli aggiuntivi si potevano effettivamente acquistare in cassa al costo di 1 euro ciascuno, ma in questo modo il budget da considerare per la giornata era ben diverso  da quello richiesto per il biglietto.  

In più il numero di token necessari per l’assaggio non era esposto, perciò o si chiedeva prima o si rischiava l’effetto sorpresa. Ad esempio 7 token per la degustazione di confronto annata proposta durante la masterclass gratuita, che vi ho citato poco fa. 

Un plauso a chi, per pura volontà di far conoscere i propri vini, ha scelto di chiederne uno o due. Personalmente l’ho trovata la scelta più giusta. Cito La Masera e Cinque Quinti, che hanno avuto questo approccio, ma sicuramente anche altre avranno fatto lo stesso. Vini Cantina La Masera Vini Cinque Quinti

Chiedere la totalità dei token iniziali o anche di più, mi è sembrato fuori luogo. C’è da dire però che il problema a mio avviso è stato a monte, per la mancata chiarezza sul sito e la scarsa proposta di opzioni con più token in fase di acquisto. È inutile un ingresso a 20,00 o 25,00 euro con i token potenzialmente validi per uno o tre calici e nei casi peggiori nessuno, quando si sottolineano i 250 produttori presenti. Ciascuno poi con più vini.   

Nel sito non ho trovato nessuna informazione più chiara relativa all’effettiva funzione dei token. Solo nella sezione “Informazioni per i visitatori”, una sorta di FAQ, ho notato qualcosa di diverso. Alla domanda “Come funzionano i token?” sempre la stessa risposta “Un token vale 1 €.In base ai pacchetti acquistati è possibile avere dei token inclusi dentro il biglietto oppure si possono acquistare direttamente in loco nelle casse preposte” .

Invece al “Quanto costano le degustazioni negli spazi espositivi?” ecco un “Il costo delle singole degustazioni è a discrezione del produttore, in base all’etichetta che propone.” Peccato sembrasse addirittura fare riferimento a un’altra modalità di degustazione, non alla principale prevista nei ticket. Probabilmente chi era interessato al funzionamento dei token ha letto solo domande e risposte relative a quel topic. Segnalo invece che alla cassa, a domanda specifica dei visitatori, ho sentito spiegare il funzionamento corretto. Salone del Vino Torino a Palazzo Risorgimento

Per quanto riguarda me il primo giorno ho aggiunto token in più riprese, nonostante il disappunto e la mia possibilità di degustare senza limitazioni il secondo. Ma se avessi partecipato solo a una giornata con biglietto, non ne sarebbe valsa la pena.  

Alla luce di questo meccanismo le degustazioni gratuite sono state l’occasione per degustare qualche calice in più, senza l’ansia da token, ma anche senza la possibilità di scegliere in autonomia.  

Il Salone del vino alla Cavallerizza Reale

Seconda location per le degustazioni, completamente diversa dalla prima. Talmente tanto che, spostandomi da una all’altra, mi è sembrato di partecipare a due eventi diversi. Elegante ma non ingessato il primo, informale e indipendente il secondo.

A pochi passi dal Museo del Risorgimento ingresso particolare tramite un cortile, che porta al primo spazio, il Galoppatoio. Proseguendo dritto un altro cortile interno che per il Salone del Vino è stato adibito a spazio food con diversi foodtrack tra polenta, hamburger, prodotti da forno con tavolini per consumare e un angolo caffè.  

Proposta food più varia rispetto a quella al Museo del Risorgimento, che invece prevedeva dei piccoli taglieri e del sushi alternativo.  Ingresso Cavallerizza Reale Torino

Area food Salone del Vino Torino Cavallerizza RealeTornando alla Cavallerizza Reale e agli altri spazi dedicati al Salone, attraversando il cortile interno ecco a un porticato con due ingressi per altre due sale, Manica del Mosca e Foyer, da cui l’accesso allo Spazio Arena.

Area di talk e delle degustazioni gratuite con un secondo ingresso anche dalla parte finale del porticato, allestito con tavolini per fermarsi un attimo a mangiare o a degustare un calice in compagnia.  Manica del Mosca Cavallerizza Reale Torino Spazio Arena Salone del Vino Torino 2023

Scuderie Cavallerizza Reale Salone del Vino TorinoFiniamo il giro degli spazi prima di qualche commento. Tornando nel Galoppatoio con cassa token, ritiro bicchieri, qualche produttore, consorzi e associazioni, si poteva accedere alle Scuderie con altre cantine presenti e al Cortile dell’Artiglieria

Spazi tutti diversi, bella come idea, peccato che soprattutto nella Manica del Mosca ci fosse tantissima umidità e un sentore davvero spiacevole. In più domenica era davvero super affollata e nel pomeriggio, quando ci sono stata io non sono riuscita a fermarmi per degustare, nonostante tante cantine che avevo selezionato fossero lì. L’ho trovata un’atmosfera poco piacevole e poco adatta a degustazioni di qualità.  

Anche l’Arena non spiccava per la freschezza dell’aria, ma con spazi più grandi e meno affluenza si notava meno. Ho apprezzato l’attenzione in più di passare con una bowl per svuotare i vini che non si intendeva finire. Cosa che è mancata al Museo del Risorgimento. Almeno durante la degustazione La Capuccina a cui ho partecipato.Galoppatoio Cavallerizza Reale Degustazione guidata DOC Torino Cavallerizza Reale

La mia idea alla Cavallerizza Reale era di partecipare all’ultima degustazione della domenica con i sei vini di Fontanafredda, ma visto l’ambiente che non mi ha invogliata a continuare il mio solito giro di ricerca, ho anticipato e ho seguito quella dedicata ai vini della DOC Torino. Occasione per degustare alcune proposte presenti all’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino e presentare la nuova guida in collaborazione con la camera di Commercio di Torino. 

Anima d’Annata, Erbaluce di Caluso La Masera, che avevo già degustato al mattino, Freisa di Chieri Stefano Rossotto, Valsusa Martina e Barbera El Merlu i vini scelti per questo appuntamento. Mi ha incuriosito la cantina Martina produttrice di Baratuciat, Avanà e Bequet, solo studiati sui libri AIS e mai assaggiati. Ho recuperato tornando il lunedì al banco d’assaggio per il tasting e per parlare un po’ con il produttore.Vini degustazione guidata DOC Torino Vini cantina Martina Valsusa

Pochissime le altre cantine che ho incontrato alla Cavallerizza Reale. Cinque Quinti per il Grignolino, Orsolani per il Passito di Erbaluce a conclusione del day one e un paio di proposte De Alessi, che non avevo in lista. Ma era al posto di un’altra cantina che mi ero segnata e vista la gentilezza ho concluso il day 2 così. Solo una minima percentuale delle cantine che avrei con piacere scoperto in una situazione diversa. Il lunedì infatti ho preferito trascorrere direttamente più tempo al Museo del Risorgimento.  

Qualche considerazione finale sul Salone del Vino di Torino 2023

Credo che già nel corso del racconto delle mie giornate a Torino si sia ben capito cosa ho apprezzato e cosa no, ma facciamo un recap finale. Tra i pro senza dubbio l’idea, la volontà di dare più spazio ai vini locali in una città turistica come Torino e per farlo inserire il vino in altri mondi, come quello dell’arte e più banalmente della cucina. Anche se banale non è, visto che non solo a Torino trovare carte dei vini di qualità in ristoranti ed enoteche non è facile come dovrebbe.

Altro pro la scelta del Museo del Risorgimento. Non posso dire niente su Palazzo Birago e Palazzo Cisterna, perché non ho avuto tempo per partecipare a masterclass o talk in calendario. Buona idea anche le degustazioni gratuite. Migliorabili prevedendo per tutte la possibilità di poter degustare il vino solo per quanto desiderato, senza dover terminare tutti i calici.  Palazzo e Museo Risorgimento Torino

Veniamo ai contro. Senza dubbio la gestione dei token. Già mi sono dilungata, quindi non mi ripeto, consiglio solo di rivederla per la prossima edizione e soprattutto di comunicare la modalità con maggiore chiarezza. Poi la scelta della Cavallerizza Reale, che ho trovato poco adatta. 

Credo che questi due siano gli aspetti più importanti da migliorare per il futuro. Se vogliamo andare nel dettaglio per le prossime edizioni sarebbe gradito anche un punto lavaggio/cambio calici o la possibilità di cambiarlo spostandosi da una location all’altra, cosa che invece quest’anno era sconsigliata. E non interrompere le attività dell’OFF Salone la domenica. Questi però sono dettagli che non cambiano l’esperienza. Gli altri due aspetti invece possono farlo. Come è stato per me, che sono tornata a casa con l’amaro in bocca. Soprattutto considerando trasferta, hotel, varie ed eventuali. 

Un’altra cosa, che non ha certo inficiato sulla manifestazione, ma è stata un peccato, la Mole splendida color vinaccia, con il logo del Salone solo il venerdì tra i giorni ufficiali. Sabato sera quando l’ho vista io il logo era di un evento di fitness dai colori simili, che si è tenuto lo stesso weekend. Non so se anche il colore nei giorni precedenti fosse diverso o se quello è stato mantenuto per entrambi gli eventi. Per un weekend sarebbe stato bello che Torino fosse “solo” la città del vino. Galoppatoio Cavallerizza Reale Torino

Un evento del vino senza dubbio con un ottimo potenziale, che ha dalla sua una città stupenda con tanta storia e arte che possono valorizzare il vino e i suoi produttori. Ad oggi non concludo questo articolo dandovi l’appuntamento alla prossima edizione, ma se ci saranno dei cambiamenti, in futuro tornerò con piacere. 

Ringrazio comunque l’organizzazione per avermi concesso l’accredito per la giornata dedicata agli operatori.  

Voi cosa mi dite? Avete partecipato al Salone del Vino Torino 2023 o alla prima edizione 2022? Raccontatemi le vostre impressioni se ci siete stati.  

E se vi fa piacere, vi invito a leggere anche qualche altro articolo già pubblicato: 

 Intanto vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui. 

A presto 

Lara

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