Dopo due anni di pausa dal 10 al 13 aprile si è tenuta a Verona la 54esima edizione del Salone del Vino e dei distillati, evento di riferimento per il mondo del vino. Facciamo un bilancio insieme
Archiviata la Pasqua e i weekend lunghi, eccoci a parlare con calma di Vinitaly. Ci voleva, era mancato. Un appuntamento annuale, la Fiera che tutti nominano appena si parla di vino. Quella a cui si deve partecipare, ma allo stesso tempo in tanti criticano e boicottano. Quella che in teoria permette di fare il giro dell’ Italia del vino in un giorno, ma per farlo in pratica, non ne bastano quattro.
L’edizione della ripartenza, Vinitaly 2022
Mai come quest’ anno Vinitaly è stato atteso. Una Special Edition lo scorso novembre aveva dato un assaggio, ma era il piatto principale quello che mancava. Ad aprile la manifestazione si è potuta svolgere nella sua solita modalità. Con il rispetto delle normative ancora in atto e una selezione maggiore sugli ingressi suddivisi anche in giornate dedicate. Scelte che hanno contribuito ad un’ edizione con un’ affluenza inferiore sì, 88.00 visitatori contro i 125.000 del 2019, ma più mirata e specializzata.
Vinitaly infatti è una fiera riservata agli operatori del settore, a tutto il mondo di buyer, grossisti, GDO, rivenditori, gestori di ristoranti, bar, enoteche, ma anche enotecnici, stampa e sommelier. Proprio domenica e mercoledì sono state i giorni dedicati anche alle categorie non coinvolte in modo attivo nel mondo del vino e ai sommelier appassionati, categoria che ha potuto acquistare i biglietti di ingresso scontati proposti dalle varie associazioni. Con AIS ad esempio il prezzo di un singolo biglietto era di € 48,800 euro contro i 100,00 del prezzo Fiera. Senza dubbio proprio il costo del biglietto ha contribuito alla selezione dei non addetti ai lavori, come auspicato da anni dagli espositori.
Edizione molto felice per quanto riguarda la presenza dei buyer, che hanno partecipato con entusiasmo e una grande voglia di ripartenza. Un bilancio positivo per i buyer stranieri, 25.000, il 25% degli operatori presenti, nonostante le limitazioni ancora attive per Covid in Cina e Giappone e la situazione in Russia e Ucraina. USA, Germania, Regno Unito, Canada, Francia e Svizzera i Paesi più interessati.
Parlando degli espositori, per quanto riguarda la partecipazione delle aziende italiane invece, c’è stato un aumento del Centro Sud e l’ internazionalizzazione delle imprese, soprattutto delle piccole realtà è stato al centro di quest’ edizione. E così sarà anche per le prossime, come ha ricordato il Presidente di Veronafiere Maurizio Danese.
Le aree tematiche e l’ organizzazione di questo Vinitaly
20 padiglioni hanno accolto il racconto dei vini d’ Italia e non solo, vista la presenza dell’ area International Wines nel padiglione D con tanti appuntamenti in calendario, molti su invito. Una novità nel padiglione F, l’ Organic Wall, con i Micro Mega Wines, le aziende con piccole produzioni da varietà e terroir unici, i banchi degustazione di ViTe Vignaioli e Territori e di Vinitaly Bio.
Da appassionata di piccoli produttori, vitigni autoctoni, realtà che valorizzano il territorio e vini naturali ho apprezzato decisamente questa sezione. In realtà è stata quella in cui ho degustato meno, perché ho trovato alcuni banchi d’ assaggio che mi interessavano molto affollati e alcuni non presidiati. Ma della mia esperienza parleremo in chiusura di articolo.
Come per il Merano Wine Festival il mondo dei distillati ha avuto un suo spazio nell’ area tematica Mixology con il concorso regionale AIBES Veneto e Trentino Alto Adige. Dedicata invece solo a buyer e Horeca l’ area Vinitaly Tasting gestita da Doctor Wine nel padiglione 10, così come Vinitaly Design con accessori e complementi per ristorazione e sommellerie nel Centro Servizi Castelvecchio. Enolitech invece l’ area tematica dedicata alla filiera tecnologica per viticoltura, olivicoltura e beverage.
Fondamentale per orientarsi velocemente la mappa della Fiera. Presente in tantissimi punti, ma ancora meglio da tenere nella galleria dello smartphone per consultarla in ogni momento. Nonostante i padiglioni dall’ esterno diano già chiaramente un’ indicazione della regione espositrice principale è sempre utile per muoversi meglio e trovare più velocemente anche i vari consorzi presenti.
Come il padiglione 9 della Toscana con il Consorzio Chianti, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano e Vini del Montecucco. O il Palaexpo, sede della Lombardia, con il Consorzio Valténesi, Moscato di Scanzo , Lugana e Garda DOC, Vini Valcamonica e i Vini della Valtellina. E ancora il Consorzio Vini del Trentino nel 3 e quello dei Vini di Romagna nell’ 1, solo per citarne alcuni.
Anche i produttori FIVI si sono uniti creando la sezione apposita nel padiglione 8, del Veneto. O i Vignaioli Piccoli Indipendenti e Sinceri, tra cui Cantina Tonello, Cantina Zucchi e La Staffa, nel padiglione D. Un bel modo per far partecipare a Vinitaly anche realtà più piccole unite da valori condivisi.
Eventi e masterclass
Un ricco calendario di eventi con appuntamenti gratuiti e a pagamento, aperti a tutti o solo ad alcune categorie. Degustazioni e walk around tasting, come quelle in collaborazione con l’ Orange Wine Festival sloveno, purtroppo già sold out appena comunicato sui social e svariate degustazioni organizzate da consorzi e associazioni. Ma anche approfondimenti e dibattiti sui temi principali del mondo del vino, dal marketing alla vendita, dalla sostenibilità all’ espressione del terroir.
Oltre al calendario ufficiale di Vinitaly sono state tante le iniziative pensate proprio dai produttori, che si sono tenute all’ interno degli stand. Se alcune sono state ben promosse sui profili social delle cantine o dei consorzi stessi, altre si scoprivano arrivando direttamente allo stand.
Tra quelle note ho scelto di partecipare a una delle degustazioni sartoriali Trento DOC tenuta da Roberto Anesi, martedì 12 aprile alle 11.00. Ogni giorno Trento DOC ha previsto diversi appuntamenti quotidiani per approfondire il suo mondo di bollicine di montagna. A raccontare i vini i migliori sommelier d’ Italia. Roberto Anesi appunto, Valentino Tesei, Stefano Berzi, Maurizio Filippi e Simone Loguercio. Prenotazione direttamente allo stand Trento DOC.
Incuriosita invece dal nuovo spumante metodo classico Cà dei Frati, presentato ufficialmente proprio nei giorni di Vinitaly, mi è stata proposta una masterclass per degustarlo.
Non solo il nuovo Cuvèe dei Frati Dosaggio Zero da uva turbiana, ma anche due annate di Amarone della Valpolicella Pietro dal Cero. 2015 e 2008, quest’ ultima prima produzione di Amarone della cantina. Una bella occasione per degustare in tranquillità una proposta differente da quella che ci aspettiamo da un’ azienda celeberrima per un vino bianco fermo, il Lugana. Tra l’ altro in uno stand creato come una piccola riproduzione della cantina.
Tanti anche gli appuntamenti in città che hanno creato l’ atmosfera soprattutto prima della manifestazione. Dall’ 8 all’ 11 aprile infatti Verona ho ospitato le iniziative di Vinitaly and the city. Io ho fatto un salto l’ 11 dopo aver lasciato la Fiera, ma per l’ ultimo giorno erano previsti solo dei concerti la sera. Ho visto però la sede dell’ installazione Amygdala.N. Voluta da Pasqua, creata da studio fuse*, le sere del 10 e dell’ 11 aprile, ha illuminato Palazzo Maffei traducendo in immagini, luci e suoni le emozioni dei tweet virtuali.
Ma torniamo a Vinitaly e passiamo alle mie degustazioni
Le degustazioni e gli incontri con i produttori sono la parte predominante della Fiera e dopo tanto tempo c’era ancora più voglia di incontro, scambio e nuove possibilità. Come sempre ho cercato di creare un piano per le mie giornate, consapevole che l’ avrei rispettato solo in parte. E così infatti è stato, ma per una piacevole e inaspettata svolta che il mio Vinitaly ha avuto a metà percorso.
Per il mio giro diciamo programmato, ho cercato di rispettare un mix tra realtà che già conoscevo, altre che mi incuriosivano e qualche immancabile saluto.
Il bello di eventi così grandi è proprio che si può spaziare e si ha la possibilità di provare vini e incontrare produttori, che in altri non è così facile incontrare. Allo stesso tempo però è difficile non passare a salutare cantine a cui si è legati, presenti in un’ occasione così importante.
Bilanciare le cose è necessario, considerando anche il tempo a disposizione e un giusto numero di assaggi nel corso della giornata. La selezione poi viene affinata sul posto, anche spontaneamente. Perché a uno stand c’è la fila, all’ altro il produttore che volevi salutare non è presente e nell’ altro ancora magari la degustazione è più sbrigativa del previsto.
Sicuramente molto dipende dal tempo a disposizione, concentrare tutto in una giornata è un’ altra cosa. Io quest’ anno ho avuto a disposizione tre giorni. Il primo mi sono sistemata in hotel e verso mezzogiorno sono arrivata a Veronafiere, quindi il giro è stato ridotto.
Da segnalare l’ inizio con gli amici di Perlage, le degustazioni da Pojer e Sandri con il loro celeberrimo Zero Infinito, metodo ancestrale da Solaris, di cui voglio provare al più presto la versione Rosè Cremisi, sempre da vitigni PIWI. Poi la masterclass di Cà dei Frati già citata e un finale nel padiglione Emilia Romagna che quest’ anno ha dato il benvenuto a tutti entrando dall’ ingresso principale Cangrande.
Essendo la regione in cui vivo ho svariate occasioni di degustare i vini delle cantine che erano presenti, ma ho fatto un saluto agli amici di Enio Ottaviani. Una cantina di cui abbiamo già parlato, che si differenzia per l’ impegno con cui promuove i suoi vini e il suo territorio. Immancabile l’ assaggio della Rebola 2021 nella nuova bottiglia unica Rimini, presentata pochi giorni fa, che unisce 16 produttori di Rebola.
Il mio secondo giorno di Vinitaly 2022
Day 2 iniziato con la masterclass Trento DOC con Roberto Anesi. Zell Cantina Sociale di Trento, Salísa Villa Corniole, Brut riserva Bellaveder e il Rosè Maso Nero i vini in degustazione, che hanno raccontato parte della spumantistica Trento DOC.
Immancabile una degustazione da Les Cretes e ne ho approfittato anche per degustare la nosiola Largiller di Cantina Toblino, che ancora non avevo avuto modo di provare. Nosiola unica varietà autoctona bianca trentina, che in questo vino assume una complessità e una rotondità notevole rispetto all’ acidità spiccata a cui solitamente si riconduce.
Tra le certezze vinicole per me ci sono le creazioni di Hans Terzer per St. Michael Eppan, perciò sono passata con piacere allo stand per degustare alcune delle nuove proposte della linea Fallwind.
Il nome fa riferimento al vento che soffia sui vigneti di San Michele Appiano, in etichetta un’ antica incisione del Macaion, parte del massiccio della Mendola e lo stemma del comune di Appiano. I vini sono i monovarietali più rappresentativi, da vitigni selezionati per esprimere al meglio il terroir, valorizzato da un attento e preciso lavoro in vigna e in cantina. Come tipico di Hans Terzer.
Rimanendo in tema di novità ho voluto scoprire anche quella di Cantine Greco ed è stato uno degli incontri più piacevoli. Enza, con tutta la sua solarità mi ha raccontato la sua nuova creazione Prainette. Il nuovo rosato, presentato con l’ iniziativa The Future is Female.
Un vino da Gaglioppo, che rappresenta una donna capace di aspettare per vivere il bello che l’ aspetta, ma anche la terra che si reinventa con il passare delle stagioni. Un altro paio di degustazioni di Cirò per ricordare i tratti dei vini della Calabria e un arrivederci in cantina per scoprire tutto quello che c’è dietro alle due anime dei suoi vini. DOC legati alla tradizione, IGT all’ innovazione, proprio come Prainette.
Ancora un po’ di Emilia Romagna, prima con il nuovo Vivi Rosso dell’ Azienda Agricola San Valentino. Una novità che va a sostituire il precedente Vivian e crea continuità con il magnifico Vivi bianco. Vino speciale, di cui abbiamo già parlato qui. Poi nello spazio FIVI con un’ altra novità, il Tre Albe Villa Venti da Albana e Trebbiano, che ha aggiunto un tassello di interesse in più da approfondire in cantina. E infine una bella panoramica sui vini Marta Valpiani con la sua creatrice Elisa Mazzavillani.
Sempre nello spazio FIVI è stato un piacere degustare i vini Il Carpino, compresa la Malvasia 2018 in anteprima. Realtà scoperta per caso durante un aperitivo estivo, che mi ha colpita subito e spero di poter visitare al più presto.
Il cambio di rotta e un tour degustazione speciale
Dall’ area FIVI l’ idea era passare a salutare le sorelle Benazzoli, ma ho scelto l’ unico momento in cui nessuna delle due era presente. Così mi sono fermata per riorganizzare il mio piano e proprio in quel momento è passato il mio amico Stringa, che avevo incrociato velocemente il giorno prima. È stato un attimo finire in Toscana per un tour speciale.
Montemercurio, Le Potazzine, Ciacci Piccolomini d’ Aragona e il Marroneto le nostre tappe.
Anteprima dell’ annata 2017 del Nobile di Montepulciano Messaggero e Damo 2012, quest’ ultimo prodotto solo nelle annate migliori con le uve del vecchio vigneto del nonno Damo, gli assaggi da Montemercurio.
Sangiovese Toscana IGT, Rosso di Montalcino e Brunello di Montalcino 2017 il trittico degustato da Le Potazzine, cantina al femminile guidata da tre donne concrete e appassionate.
Rosso di Montalcino 2020 e Brunello di Montalcino Pianrosso 2017 i vini degustati invece da Ciacci Piccolomini d’ Aragona.
Conclusione di questo viaggio incredibile in Toscana da Il Marroneto dove ho potuto degustare i Rosso di Montalcino Ignaccio 2018 e Jacopo 2019, una delle 23722 bottiglie di Brunello di Montalcino 2016 e una delle 8388 bottiglie di Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2017. Già incredibili questi assaggi tra crescendo di sentori e sensazioni, conclusi con una vera esclusiva, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie Riserva 2013, magnum. Bottiglia 1368 di 1700 prodotte.
Un finale di secondo giorno inaspettato, formativo ed estremamente piacevole, perché ho potuto degustare vini importanti in tutta calma, conoscendo e confrontandomi con i produttori e le produttrici. Una svolta nel mio Vinitaly per cui ringrazio ancora il mio amico Stringa.
Sempre in compagnia romagnola il finale di giornata con una bella cena al Ristorante Antica Torretta e un dopocena da Enoteca Zero 7, per vivere anche l’ atmosfera della città di Verona.
Il mio ultimo giorno di degustazioni a Vinitaly 2022
Ed eccoci all’ ultimo giorno, continuato in compagnia, perché squadra che vince non si cambia! Tanti i vini degustati, con una predominanza di bollicine. Ancora Trento DOC con Revì, Villa Corniole e Letrari. Bella scoperta il Cavaliere Nero Rosè Riserva Revì, da Pinot Nero, 72 mesi sui lieviti, che ancora non avevo mai provato.
Un onore la degustazione con Lucia Letrari di tre Riserva : Quore, Brut Riserva e Dosaggio Zero. Ancora donne speciali da Villa Corniole, dove oltre al Salísa Zero mi ha colpita molto anche un vino fermo, il Pinot Grigio Ramato. Bei momenti che continueranno all’ evento Trento DOC in programma il 2 maggio al Grand Hotel di Rimini.
Bollicine marchigiane invece da Tenute Pieralisi con il 1622 Metodo classico Dosaggio Zero 60 mesi sui lieviti, da Verdicchio e Chardonnay, omaggio al monaco benedettino Francesco Scacchi, che già in quell’ anno delineò le basi della preparazione degli spumanti. E il nuovo Metodo Classico Brut Elara 30 mesi sui lieviti, stesso uvaggio, che deve il nome a un satellite di Giove scoperto solo nel 1975 proprio perché coperto dal pianeta.
Altro momento emozionante e unico, l’ incontro con Elisabetta Fagiuoli fondatrice della cantina Montenidoli. Una degustazione del Montenidoli Fiore Vernaccia di San Gimignano DOCG e del Toscana Rosso IGT tra aneddoti e ricordi condivisi, che porterò nel cuore.
Accoglienza splendida anche da Costaripa, con la famiglia impegnata in prima linea. Rosa Mara, Mattia Vezzola Metodo Classico e Metodo Classico 2016 Grande Annata Rosè, i vini che ho degustato. Un immenso piacere averlo potuto fare con Nicole, figlia del fondatore Mattia Vezzola, che avevo solo visto alla premiazione del loro chiaretto Molmenti 2016 a MWW 2019.
Tanti gli assaggi, alcuni citati e altri ancora li potete trovare nelle mie Stories in evidenza di Instagram. Qui ricollegandoci alle bollicine ricorderei Bonfadini e Camilucci, due belle scoperte in Franciacorta, da approfondire quanto prima. Nonché un’ altra conferma emiliana, Cantina della Volta di cui abbiamo già parlato in diverse occasioni.
Un bilancio del mio Vinitaly
O meglio, del mio primo Vinitaly, perché questa è stata la prima edizione a cui ho partecipato. So che c’è chi ha festeggiato il ventennale e oltre, ma per me è stata la prima volta. E non sono stata l’ unica, perché oltre a chi ha deciso di partecipare proprio quest’ anno c’è chi, come me, era pronto per la sua prima edizione nel 2020 e ha dovuto aspettare un po’ di più.
Il bilancio è più che positivo. È sempre stimolante condividere una passione, confrontarsi e trovare nuove sintonie. Credo che l’ esperienza di anni di Cosmoprof, seppur in un padiglione fieristico diverso, mi abbia aiutata a gestire meglio spazi e organizzazione, permettendomi di godermi al meglio questa prima volta.
Sicuramente la mappa nella galleria ha aiutato, Ha ridotto quegli spostamenti tra padiglioni davvero insidiosi, che fanno perdere tempo e innervosiscono. Per questo non ho avuto necessità di usare la funzione bussola dell’ App Vinitaly, che comunque ha collaborato quando l’ ho consultata per cercare qualche stand. Temevo il funzionamento per problemi di linea, ma l’ affluenza contenuta non ha avuto conseguenze sulla rete.
Anche il fatto che non ci fosse troppa gente ha sicuramente aiutato nel vivere l’ esperienza in tranquillità. Senza troppe attese e perdite di tempo. Rendendo l’ atmosfera sicuramente più piacevole. Alcune esperienze speciali sono state una chicca inaspettata e hanno reso indimenticabile questa mia prima edizione. Senza lasciarmi quella classica sensazione di non aver fatto abbastanza.
Sono stata felice di aver trovato anche qualche cantina che si sta espandendo e sta valutando l’ unione di beauty & wine. Ne seguirò l’ evoluzione e sarà un piacere casomai parlarne.
Lascio alcuni consigli su come affrontare al meglio Vinitaly alla vigilia della prossima edizione. Per concludere non ci resta che darci appuntamento a Verona dal 2 al 5 aprile 2023 per la 55esima edizione. Nel frattempo senza dubbio parleremo ancora e in modo più approfondito di alcune delle realtà incontrate quest’ anno.
Immancabile un grazie a tutti i produttori e alle persone che mi hanno accolta al meglio, raccontandomi i loro vini e molto di più. A Vinitaly per l’ accredito stampa e al mio amico Stringa per aver reso speciale questa esperienza.
Voi avete partecipato? Fatemi sapere com’è stato il vostro Vinitaly 2022. Perchè la Fiera è una, ma le interpretazioni sono di tutte le persone che hanno scelto di esserci.
Se vi fa piacere, vi invito a leggere anche qualche racconto già pubblicato di altri eventi del vino :
Intanto vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui.
A presto
Lara