Anche nella difficile edizione 2021 si è confermato l’ evento di riferimento per mettere in luce l’ eccellenza del vino
Ne parlo in ritardo rispetto ai piani, perché questo Merano Wine Festival ha avuto dei risvolti inaspettati, che hanno complicato la partecipazione e il post rientro. Accennerò qualcosa a fine articolo, ma vi dico subito che è bastato poco per farmi avvolgere dalla magia di Merano, delle sale del Kurhaus, delle degustazioni e degli incontri. Ed è questo che oggi voglio raccontarvi.
Ci siamo lasciati con un Merano Wine Festival che stava iniziando, forte della sua organizzazione seppur complessa. Volenteroso nel celebrare la bellezza delle eccellenze enogastronomiche, ma consapevole allo stesso tempo di essere sotto giudizio e di non potersi permettere errori.
Merano ha accolto questo suo appuntamento importante, arrivato ormai alla 30esima edizione, con uno splendido sole, che ha acceso la magia di una città elegante e curata, tra le cui vie si scorgono montagne innevate. Attraversare i ponti sul Passirio o percorrere la passeggiata che lo accompagna fino al Kurhaus, in una giornata di sole con i colori dell’ inverno, è davvero unico.
La magia è continuata all’ interno del Kurhaus
Penso che dopo la pausa del 2020 e gli innumerevoli gli eventi annullati degli ultimi due anni, tutti i partecipanti sapessero che varcare la soglia del Kurhaus e soprattutto entrare nella Kursaal, la sala principale, sarebbe stato davvero emozionante. E così è stato. Sicuramente è stato diverso, con momenti a cui non eravamo abituati, come l’ attesa del proprio turno nelle ore centrali della mattinata, indossare la mascherina, l’ assetto differente. Ma entrare, vedere le postazioni pronte ad accoglierti e il colpo d’ occhio della The WineHunter Area davanti a sé, penso abbia toccato tutti. Che fosse la prima partecipazione, la seconda come nel mio caso o l’ ennesima.
Oltre alla cornice, il protagonista ovviamente è stato il vino. Ritrovare i produttori e i professionisti ai banchi di assaggio, degustare, confrontarsi, prendendosi anche più tempo del solito, è stato davvero importante per ritrovare quello che ci era mancato.
In questa nuova dimensione è stata favorita anche la condivisione. Trovandosi ad occupare le postazioni di degustazione nello stesso momento o attendendo il proprio turno, per poi decidere di degustare qualche altra proposta insieme. Oppure, come è stato per me martedì, incontrare degli amici vignaioli, già in compagnia e unirsi per continuare tutti insieme, consigliarsi realtà da provare e trascorrere un insolito pranzo all’ aperto a novembre, vista montagne.
E proprio questo nuovo spirito ha caratterizzato la mia esperienza e in alcuni momenti ha creato un’ atmosfera unica. Come da Bajaj, con Adriano Moretti giovane produttore appassionato con cui è sempre un piacere confrontarsi. Da Secondo Marco con il nuovo Fumetto 08 Amarone Classico Riserva, un omaggio al mix di tradizione e azzardo, che nel 2008 ha dato origine all’ azienda di Marco Speri. Ma anche un viaggio tra le proposte dell’ azienda compreso il Recioto 2016. O da Trimboli Wines durante Catwalk Champagne con una degustazione ricca di spunti gestita con maestria da Andrea Briano.
Altro momento speciale di questo mio Merano Wine Festival la chiacchierata speciale con Paolo Pasini di Pasini San Giovanni, durante la quale ho scoperto il nuovo Valtènesi Lettera C. Una nuova interpretazione del vino rosa, che segue la strada della concentrazione, iniziata già con il mio amato Lugana Busocaldo. Un esordio di 1040 bottiglie con la vendemmia 2019, subito premiato con il The WineHunter Award Gold.
Le altre degustazioni nei miei due giorni di Merano Wine Festival
Meno in generale rispetto al 2019, senza dubbio. Sia per una questione organizzativa, che ha diviso le cantine nei vari giorni, come abbiamo già visto qui. Sia per la mia scelta del lunedì e del martedì. Lunedì ultimo giorno di The Wine Selection, di Gourmet Arena e The WineHunter Area, troppo da gestire in poche ore. E martedì giornata conclusiva con una selezione più ridotta per Catwalk Champagne e Naturae et Purae.
Iniziare lunedì non è stato semplice e verso la conclusione di questo articolo capirete perché. Rendendomene conto, dopo una bella anteprima della linea cosmetica Puglia in Rosè nella sezione Consortium e un paio di assaggi Trento DOC, che trovate nelle mie Stories in evidenza di Instagram, ho pensato di affrontare la fila per la Kursaal e di recarmi subito nella The WineHunter Area per qualche selezionata degustazione.
Alcuni evergreen come Ruggeri, Villa Sandi, Kettmeier per iniziare, rilassarmi e rientrare nel giusto mood. Una novità con La Vigna di Sarah, di cui conosco da tempo la proposta particolare di enoturismo, legata al soggiorno e alle degustazioni nelle botti, ma non avevo ancora provato alcun vino. Passando ai Franciacorta mi ha particolarmente colpita il Mia 2006 Brut Nature Riserva Bersi Serlini degustato in formato magnum. Blend di Chardonnay e Pinot Bianco 60 mesi sui lieviti.
Due conferme il Sauvignon Plonerhof e l’ LR 2017 Colterenzio, anche Platinum Award, di cui abbiamo già parlato qui. E sempre una certezza Vie di Romans, in questo caso con il Sauvignon Blanc 2018 Piere. Ancora nella The WineHunter Area da segnalare per i rossi Giusto di Notri 2018 Tua Rita e il Brunello di Montalcino Millecento 2015 Castiglion del Bosco. Per i passiti invece, fase conclusiva delle mie degustazioni del lunedì, l’ Òtre Teanum e l’ immancabile Ben Ryé Donnafugata.
Ai banchi di assaggio ritrovata la qualità di Manincor con Sophie, di Cantina Tramin con Troy e Nussbaumer anche nella splendida annata 2006. E di St. Michael Eppan con Appius 2017, presentato come consuetudine proprio alla Vigilia di Merano Wine Festival. In degustazione con Appius 2016, premiato con il Platinum Award. Un vino che ormai rappresenta un punto di riferimento per i bianchi italiani e a cui sono molto legata.
Due scoperte per me, entrambe da approfondire per motivi diversi, Rocche dei Manzoni, con un bel percorso di degustazione e Carlo Ferragù con la sua Valpolicella da trovare nel calice.
Un altro gradito assaggio di Es Gianfranco Fino, ma anche di Sé, da vigne giovani ad alberello a differenza di Es. E di Es più sole, il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, altro Platinum 2021. Un percorso in quella che è la maggior parte della produzione di Primitivo di questa cantina, che porta a vini intensi e appassionati, che riescono subito ad affascinarmi. Prossimo acquisto lo Spumante Rosè Simona Natale. Metodo Classico Dosaggio Zero da Negroamaro dedicato alla moglie del viticoltore, che ancora non ho avuto il piacere di degustare.
Chiudo questa carrellata rimanendo in ambito spumanti con due bei momenti di degustazione di martedì. Da Castello di Gussago nella Catwalk Champagne per una proposta di Franciacorta 100% Chardonnay con il Noble Blanc e il Satèn Club Cuvée. E da Colonnara a Naturae et Purae con la mini verticale di Ubaldo Rosi, Metodo Classico da Verdicchio 60 mesi sui lieviti, 2010 -2008 – 2006. E la presentazione di Ubaldo Rosi Bio 2015.
Gourmet Arena, Naturae et Purae e Merano WineCity
Nei miei consigli su come organizzare ipoteticamente la partecipazione a Merano Wine Festival avevo già citato il problema tempo. Impossibile seguire tutti gli eventi interessanti, ancora di più condividendo momenti e degustazioni. Inevitabilmente infatti si cambiano piani, si dilatano i tempi ed è un attimo arrivare a fine giornata.
Per questo non sono riuscita a spostarmi all’ Hotel Therme per Naturae et Purae lunedì, a fare un salto da Signorvino per Catwalk Rosè, né tantomeno a recarmi in qualche hotel per le degustazioni del The WineHunter Safari. Ma nemmeno dedicare il tempo che volevo alla Gourmet Arena. Tutte attività che si concludevano lunedì 8.
Mi è dispiaciuto, ma come ho già detto, ho preferito assecondare lo spirito di questa edizione e vivermela in tranquillità, anche perché ne avevo bisogno, dopo l’ inizio decisamente stressante, di cui vi parlerò a breve.
Per quanto riguarda invece gli appuntamenti del Merano WineCity, il fuori salone in Corso Libertà, domenica il giorno dell’ arrivo nelle aree dedicate ai Consorzi sembrava un momento di passaggio, tra masterclass appena terminate e riordini generali. Probabilmente l’ orario è stato poco felice e poi lunedì non ho avuto modo di capire come fosse organizzata la giornata. Il prossimo anno, se le riproporranno, cercherò di partecipare a qualche degustazione guidata per stampa e addetti del settore.
Mi è dispiaciuto che tutta la zona di Corso Libertà fosse già in fase di smontaggio dalla mattina presto di martedì, quando ancora, seppur solo in parte, era ancora in corso il Merano Wine Festival. Non so se è una consuetudine o se è stata una scelta legata a questa edizione, ma l’ ho trovato un peccato, soprattutto per chi ha partecipato solo martedì, anche come espositore, perché il cantiere in corso ha rovinato l’ atmosfera.
Sempre più vivo invece, sempre Corso Libertà, la sera, dopo la chiusura della manifestazione, quando diventa luogo di ritrovo.
Dalla conclusione al mio inizio di Merano Wine Festival ricco di imprevisti
Ho deciso di lasciare questa parte verso la fine dell’ articolo per non farle prendere il sopravvento. Stesso intento che ho avuto mentre ero a Merano, anche se ammetto non è stato proprio facile. Primo imprevisto, da mettere in conto quando si viaggia in treno, un ritardo di oltre un’ ora per un guasto sullo scambio ferroviario che a Bologna interessava il percorso del Frecciarossa su cui già eravamo appena saliti.
Per fortuna una volta arrivati e sistemati i bagagli, da Forsterbräu dove non ci sono orari abbiamo potuto pranzare in ora di tarda merenda e la degustazione di vini georgiani all’ Hotel Therme che avevo prenotato era stata posticipata dalle 16.00 alle 18.30. Altrimenti l’avremmo persa.
In realtà l’ abbiamo persa ugualmente, perché una volta arrivati la sala ancora non era pronta e ci hanno suggerito di attendere. Non ci è stato detto però che le altre persone nella sala, erano in attesa di un altro evento, di cui non ero a conoscenza. Così quando ci è stato comunicato che potevamo accomodarci, invece che al Kwevri Symposium abbiamo partecipato alla presentazione ufficiale di Nama 2018 Nals Margreid. Evento riservato ai media partner di Merano Wine Festival.
È stato sicuramente un onore, anche perchè avevo già avuto modo di degustare Nama 2016 e ve lo avevo raccontato qui, ma mi è dispiaciuto per l’ equivoco, che mi è stato chiaro solo una volta arrivati nella sala principale, perché prima si è parlato di un aperitivo in attesa che la sala fosse agibile. Ma la sala era un’ altra.
Nama 2018 blend 90% Chardonnay, 7% Pino Bianco e 3% Sauvignon, da vigneti selezionati dalla cantina, ritenuti i più espressivi del territorio altoatesino. Il vino è consistente, elegante e persistente. Avvolge con le sue note fruttate, di mela, pera e cedro. Ma anche fresche di iodio ed erbe aromatiche, come ha sottolineato Luca Gardini nella sua degustazione.
18 mesi in piccole botti di rovere, 9 mesi in acciaio e un anno in bottiglia prima di poterlo degustare. Un pairing finale con un risotto creato ad hoc per questa Cuvée, ma proprio quel momento è stato interrotto e rovinato bruscamente per noi da una telefonata.
Un tentativo di furto a casa nostra con vetri rotti e tapparelle tagliate, che ci ha portati a passare da una presentazione esclusiva ad un susseguirsi di telefonate con vicini, carabinieri e la rapida organizzazione di un viaggio notturno di ritorno per il mio compagno.
Il bilancio di questa edizione
Ho cercato di non farmi condizionare troppo dall’ accaduto, ma è inevitabile che abbia influito, sia durante, che dopo. Nella sfortuna comunque è andata bene, ma il test da fotografo ufficiale che avrebbe dovuto sostenere il mio compagno è rimandato alla prossima occasione, così come una pausa per noi.
L’ atmosfera del Merano Wine Festival così speciale quest’ anno è riuscita comunque a riportarmi a quello che doveva essere il focus di quei giorni. Anche i momenti condivisi e il ritrovarsi dopo due anni hanno contribuito.
L’ organizzazione e lo svolgimento non mi hanno assolutamente delusa. Forse mi aspettavo qualcosa in più dalla Catwalk Champagne e per questo proiettandomi già verso la prossima edizione credo che eviterò il giorno conclusivo. In ogni caso il Merano Wine Festival resta l’ occasione migliore per scoprire e confermare le eccellenze enogastronomiche del nostro Paese e non solo. Anche quest’ anno è stato possibile farlo in tranquillità pur con le restrizioni e una situazione generale che già in quei giorni stava peggiorando.
Un appuntamento a cui professionisti del vino e amanti di eccellenza ed eleganza non possono mancare.
In attesa di scoprire cosa ci aspetterà nella 31esima edizione, “Le ali della bellezza” di questa sono riuscite a trasportarci esattamente dove volevano, nonostante tutto.
Chiudo con un grazie a chi ha condiviso questi momenti con me, ai produttori e ai professionisti conosciuti in quest’ occasione e quelli ormai amici, a Mauro per le degustazioni insieme, a SM Studio per l’ accredito stampa, a Mario di The WineHunter per la foto ricordo e al patron Helmut Köcher che con la sua squadra rende tutto questo possibile.
Se vi fa piacere, vi invito a leggere anche qualche altro articolo dedicato al Merano Wine Festival:
- EDIZIONE 2022
- MERANO WINE FESTIVAL 2021 “LE ALI DELLA BELLEZZA”
- LA MIA MILANO WINE WEEK 2021
- ONLY WINE CITTÀ DI CASTELLO 2021
Intanto vi aspetto su Instagram in attesa di ritrovarvi qui.
A presto
Lara