Il vino italiano ai tempi del cambiamento climatico raccontato dai suoi protagonisti nel reportage realizzato da FIVI e Will Media
Qualche giorno fa a Milano è stato presentato in anteprima alla stampa “Gradi”, il reportage realizzato da Will Media in collaborazione con FIVI sul vino italiano ai tempi del cambiamento climatico.
Will Media è una community online di persone e aziende consapevoli del loro impatto sul futuro, che crea ogni giorno contenuti con l’obiettivo di collaborare per un mondo più sostenibile, più equo, più data driven e con un nuovo motore economico.
FIVI invece è la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, che nel tempo qui sul blog abbiamo imparato a conoscere. Un’organizzazione senza scopo di lucro con oltre 1.700 i produttori associati, che promuove e tutela figura, lavoro, interessi ed esigenze del Vignaiolo Indipendente Italiano. Cioè il vignaiolo che attua il completo ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino alla commercializzazione del prodotto finale.
Questo documentario, attraverso le voci dei vignaioli e delle vignaiole FIVI, racconta come il cambiamento climatico stia trasformando la viticoltura e il vino. “Gradi” non si limita a documentare i problemi, esplora soluzioni e strategie, che si stanno già mettendo in pratica per affrontare questa sfida epocale. Restando in ascolto di altre efficaci e attuabili.
Disponibile dal 16 gennaio sul canale YouTube di Will Media, non ho perso l’occasione di guardarlo e oggi ve lo racconto.
Se però non volete spoiler, lo potete vedere qui.
Tutte le immagini che seguiranno sono screenshot che ho catturato durante la visione del documentario, l’anteprima invece è l’immagine ufficiale del Comunicato Stampa FIVI, che ho ricevuto.
Un viaggio attraverso difficoltà e soluzioni
Il reportage parte dalla considerazione che il cambiamento climatico stia minando sapore e produzione del vino e si chiede se la soluzione possa davvero essere semplicemente spostare la viticoltura più a nord e più in alta quota.
Per rispondere a questa domanda Giulia Bassetto, autrice di Will Media, esperta di clima e ambiente, che ha scritto e raccontato “Gradi”, si confronta direttamente con chi ha un legame indissolubile con il vino e il suolo.
Tre cantine testimoniano come stanno affrontando il cambiamento climatico, a latitudini diverse, con un punto fermo comune: restare nel loro territorio:
- Cantine Pupillo di Carmela Pupillo in Sicilia
- Cantina ARPEPE In Valtellina di Emanuele, Isabella e Guido Pelizzatti Perego in Valtellina
- Cantina Giovanna Madonia di Miranda Poppi e Gennaro Cirillo in Emilia
Gennaro Cirillo e Miranda Poppi, che avevamo incontrato nella serata Essere Vignaioli FIVI 2023 da Casa Artusi. Ricordate? Trovate qui l’articolo.
Si aggiungono altre due voci, quelle di due esperti di gestione del territorio:
- Stefano Lorenzi, direttore di Castello di Grumello, esperto di agroforestazione
- Lorenzo Costa, imprenditore agricolo, esperto di permacultura e gestione dell’acqua.
Attraverso le loro testimonianze emerge un quadro chiaro: ondate di calore, alluvioni, grandinate e siccità purtroppo sono ormai eventi ricorrenti, con cui chi lavora la terra deve imparare a convivere. Per questo le tecniche di adattamento diventano indispensabili.
Le analisi degli esperti infatti spiegano come interventi mirati possano fare la differenza. Dall’integrazione di specie arboree nella viticoltura alla gestione ottimale delle risorse idriche, “Gradi” dimostra che esistono strumenti per mitigare l’impatto del clima, anche se richiedono investimenti, visione a lungo termine e una profonda connessione con il territorio.
I vignaioli, il territorio e il futuro della viticoltura
Uno dei punti centrali del reportage è il legame dei vignaioli e delle vignaiole con il loro territorio, parte della loro identità, che non vogliono assolutamente abbandonare.
Lorenzo Cesconi, Presidente FIVI ha sottolineato “Come emerso dalla recente indagine Nomisma – Wine Monitor, una delle principali esternalità positive collegate all’attività dei vignaioli indipendenti Italiani è dato dal fatto che l’81% dei vigneti che coltiviamo si trova in collina e in montagna, rispetto al 60% della media italiana, vale a dire in quelle “aree interne” sempre più fragili e a rischio abbandono. Con questo documentario vogliamo raccontare le storie di chi, con sempre più fatica e sempre meno sostegno, mantiene vivi questi territori, investendo e rischiando del proprio”. “E vogliamo farlo con uno sguardo al futuro, ai vignaioli e alle vignaiole di domani e alle nuove generazioni, nella speranza di consegnare loro non solo un mondo del vino sostenibile, ma un pianeta in equilibrio”.
“Gradi” prova quindi a immaginare come sarà questa viticoltura del futuro, sottolineando come no, non basti un’unica soluzione, ma solo un equilibrio produttivo, ambientale e socio-economico potrà risultare vincente.
Il documentario “Gradi”
“Gradi” è un viaggio in Italia da sud a nord, che parte da Siracusa con Carmela, terza generazione di Cantine Pupillo, a ottobre, con la vendemmia già terminata da circa due mesi.
Vendemmia iniziata il 15 luglio, terminare il 15 agosto.
Carmela ricorda “Quando facevamo il passito, i primi di agosto, sfogliavamo leggermente le vigne per mettere le uve al sole e aumentare questa possibilità di appassimento. Oggi le vigne le teniamo rigorosamente coperte, perché altrimenti le ustioniamo.”
E a proposito della siccità “Non piove a Siracusa da febbraio 2022”.
Questo nel 2024 ha comportato una riduzione del 50% della produzione in Val di Noto.
L’aumento delle temperature influenza la maturazione della vigna, aumenta gli zuccheri, riduce l’acidità dell’uva e modifica il gusto finale del vino.
Tutto questo ha richiesto di adattare le tecniche produttive modificando la posizione degli impianti di irrigazione, preferendo un sistema di allevamento ad alberello con le “fronde impupate”, che protegga di più le uve, reti anti grandine e una stazione meteo installata in vigna per raccogliere tutte le informazioni necessarie.
Dalla siccità alle alluvioni di maggio 2023 e settembre 2024 in Emilia Romagna.
Miranda Poppi e Gennaro Cirillo di Cantine Giovanna Madonia gestiscono 14 ettari a circa 300 metri slm a Bertinoro in provincia di Forlì Cesena.
Essendo in collina per fortuna la loro zona non è stata danneggiata però Gennaro ha sottolineato che non si era mai vista così tanta acqua a ridosso della vendemmia. Parliamo infatti di 350 millimetri in due giorni e mezzo.
Inoltre i cambiamenti del clima negli ultimi anni oltre ad aumentare l’erosione e il rischio di frane, hanno portato più malattie come la peronospora, ridotto la quantità d’uva e ne minano la qualità, rendendo difficile mantenere gli standard alti. Come ha ricordato Miranda.
Anche qui è necessario utilizzare tecniche di adattamento a partire da una copertura del suolo con piante spontanee, trovando anche una nuova modalità di gestione delle acque. Il tutto volto a valorizzare il territorio.
Come in Valtellina, con i suoi terrazzamenti a secco, riconosciuti nel 2018 dall’UNESCO Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Terrazzamenti che richiedono sempre più manutenzione per evitare disastri idrogeologici, che vanno trattati sempre a mano, senza l’ausilio di macchinari per vendemmia e trattamenti.
Un’innovazione che potrebbe aiutare in questa zona sono i droni, che però non sono ancora utilizzabili per i trattamenti fitosanitari.
Emanuele Pelizzatti Perego di Cantina ARPEPE, che coltiva Nebbiolo a circa 600 metri slm da oltre centocinquant’anni dice; “con i droni riusciresti ad avere innanzitutto un risparmio idrico importantissimo. All’incirca con il 10% di acqua riusciresti a trattare la stessa superficie. In un tempo molto più veloce, riuscendo ad andare a fare questa lavorazione nei periodi ideali, cioè al mattino presto o volendo anche la sera, paradossalmente anche di notte quando non c’è l’aria”. Servirebbe quindi almeno una deroga iniziale per poi cambiare le regole.
Anche Emanuele e la sua azienda stanno ragionando in ottica di adattamento, come inerbimento e ombreggiamento per i problemi comuni di protezione dai raggi solari.
Un altro problema è la monocultura, che contribuisce a rendere più fragile il territorio. Una sorta di schiavizzazione del territorio a ospitare una sola specie, che attira solo su di sé insetti, impollinatori e uccelli, semplificando così l’ambiente.
Stefano Lorenzi mette in luce la necessità di “di creare un complicato equilibrio, cioè di creare un sistema, che sia in equilibrio al suo interno, ma dove sia complicato entrarci”.
In questo modo ogni ingresso minaccioso, insetto o patogeno, dovrà passare diversi filtri naturali prima di colpire la coltura.
Questo si dovrà fare senza più vedere gli alberi come nemici. Cespugli e boschi infatti aiutano a mitigare gli effetti climatici, migliorano la permeabilità del terreno e ridurrebbe l’erosione, trattenendo acqua e sostanza organica.
La gestione dell’acqua è un problema sempre più centrale, da tarare con attenzione, seguendo alcune linee guida legate al percorso naturale dell’acqua. Ve le lascio scoprire nel docufilm, come tante altre informazioni.
La conclusione del docufilm
Sono le parole di Lorenzo Cesconi, Presidente FIVI, riportate da Giulia Bassetto a concludere “Gradi”. Non basta una soluzione unica, servirà un equilibrio dato dall’azione di tutti gli attori del settore, compresi i consumatori, che con le loro scelte possono fare la differenza.
Riconoscere il cambiamento climatico e adottare abitudini o soluzioni più sostenibili è un dovere per il futuro.
Il primo piccolo passo può essere proprio guardare “Gradi”, che diventa un invito a riflettere e agire.
📽️ Qui il reportage completo su YouTube.
Il cambiamento climatico è ormai una delle sfide più importanti nel mondo del vino, perciò questa tematica non può esaurirsi qui.
Ne parleremo ancora, da diverse angolazioni, magari anche attraverso i racconti di altre storie, che meritano di essere conosciute.
Intanto per continuare insieme il viaggio nel mondo del vino FIVI leggete anche:
E restiamo in contatto: seguite @invinovenustas su Instagram, iscrivetevi alla newsletter per aggiornamenti e se vi interessa un consulenze unitevi qui alla lista dedicata.
A presto
Lara – In Vino Venustas
*anteprima da CS FIVI, foto nell’articolo screenshot del documentario durante la visione
Documentario prodotto da Will Media. Autrice e narratrice Giulia Bassetto, filmmaker Olga Galati e producer Ottavia Pertici. Copyright Be Content Srl